RAGIONA CON LA TUA TESTA

Essendo il pensiero autonomo il tema di questo post, mi si presenta il seguente problema.
Sto per scrivere la mia opinione augurandomi che possiate ricavarne qualcosa di valido, questo “qualcosa di valido” dovrebbe essere per voi una novità, infatti se fosse una conoscenza che già possedete non avrebbe valore.
Quindi attraverso la lettura acquisireste da me una conoscenza che voi ancora non avete, in altre parole una mia convinzione diventerebbe anche una vostra convinzione e, nonostante che il tutto avvenga gratuitamente, questo non è propriamente un regalo, io ne potrei ricavare qualcosa grazie al vostro consenso.
Infatti, se alcune centinaia di persone si lasciano convincere da quello che scrivo, potenzialmente io sono in grado di manipolare le loro convinzioni e di conseguenza i loro comportamenti, le loro scelte e i loro acquisti. Paradossalmente questo avviene attraverso il ragionamento, la ragione, ciò che ci fa sentire superiori alle altre specie viventi.
Adesso vorrei raccontarvi le ragioni per cui credo che il pensiero autonomo sia una buona cosa, ma dal momento in cui scriverò la prima parola, vi inviterò a ridurre l’autonomia dei vostri pensieri per seguirmi nei miei.
In verità è già da diverse parole che vi sto coinvolgendo in un ragionamento, mi state continuando a leggere confermando il vostro consenso, vi state dicendo: “Però! Ha ragione!”
Appunto, la ragione di cui scrivevo poco fa.

La ragione, ci insegna Jaspers, va oltre l’intelletto, ed è un mistero come essa possa nascere solo grazie alla libertà di sragionare.
La ragione sfugge alle neuroscienze e da millenni è studiata dai filosofi, gli unici che al momento possono aiutarci a ragionare bene.
Ecco, vi ho sottoposto una sentenza.
E’ vero quello che scrivo? E’ dimostrabile?
Difficile perché è un giudizio.
“La ragione sfugge alle neuroscienze”, è una figura suggestiva. La ragione non è una entità tangibile e osservabile, io non ho mai visto la ragione fuggire, ma per comunicarvi in modo efficace quello che sento non funzionano le parole appropriate, ci vogliono parole nuove per concetti nuovi, quindi prendo a prestito parole analoghe che mi aiutano a raffigurare un concetto, questa raffigurazione può essere tanto efficace nell’insegnamento quanto insidiosa nel modo in cui lo fa, perché in quella frase “La ragione sfugge alle neuroscienze”, ci sono significati ermeneutici che vi arrivano senza che ne siate coscienti.
Per esempio, sto togliendo autorevolezza alle neuroscienze, infatti se la ragione sfugge alle neuroscienze allora le neuroscienze non hanno ragione, questo io non lo dico ma potrei farvelo credere, e credete di averlo pensato voi autonomamente proprio perché io non l’ho scritto.

Ora, se non credete all’ultima cosa che ho detto, provate a fermare la lettura per prendervi qualche minuto di riflessione, domandatevi se attraverso un processo logico non eravate stati indotti a credere che le neuroscienze non hanno ragione.

Adesso ci credete?
A cosa? All’asserzione che le neuroscienze non hanno ragione o al fatto che ero riuscito a farvelo credere? Oppure che la ragione è un mistero anche per le neuroscienze? O che è importante il pensiero autonomo? O che il pensiero autonomo è una illusione? Oppure vi state chiedendo dove voglio arrivare?
Questa è una buona domanda.
Quali sono le mie intenzioni?
Quelle di farvi ragionare.
Perché? (Altra ottima domanda)
Per egoismo.
Ogni volta che ho incontrato un interlocutore dotato di buona autonomia critica, ne ho ricavato un grande beneficio per lo sviluppo del mio pensiero, quindi mi auguro di contribuire ad una maggior diffusione del pensiero critico, per aumentare la probabilità di fare quegli incontri.
Purtroppo non posso dimostrare che queste siano le mie vere intenzioni, ma posso dirvi che ne sono convinto. Credetemi.

photo by Taifighta

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